Quando vorresti scrivere e non ci riesci è come una
malattia. L’ha detto qualcuno oppure sta scritto in un libro perso in chissà quale trasloco.
Comunque, è vero. Da molto tempo, forse anni, cerco di descrivere ciò che
provo quando mi accorgo che il mondo intorno a me è illuminato da una luce che chiamo di mezza sera. In primavera, mentre la luce del
giorno tarda a scomparire, la notte non avvolge ancora tutte le cose; la luce dei lampioni si fa più viva e combatte la sua battaglia con quella del sole che se ne va. D'inverno invece le insegne luminose prendono rapidamente la forma che darà corpo
alla notte, ma c'è un momento in cui la luce non è forte abbastanza per occupare interamente lo
spazio visivo che ci sta davanti. E’ come un breve duello tra la tenebra del naturale
susseguirsi del tempo e l'incerto chiarore di un'altra luce che ci stupisce e ci conforta. Forse, se fossi vissuto all'epoca dei primi
lampioni a gas e dei tram a cavallo, questa particolare sensazione primaverile e invernale l’avrei
avvertita in modo diverso, non avendo a disposizione i mille segnali luminosi
per orientarmi quando il sole è appena tramontato e gli occhi debbono abituarsi
a percepire le cose in modo differente. E certamente non avrei provato questa
emozione di sospensione, che definirei moderna, mentre le macchine scorrono
sulla strada, si avviano quando scatta il verde del semaforo, la gente entra ed
esce dai negozi, i fidanzati si prendono per mano e io osservo tutto questo
attorno a me con un battito del cuore irripetibile. C’è solo per un momento e non sempre avviene. Ed è allora che ti senti portar via verso altre spiagge
bagnate da altri mari. Ti vengono in mente ricordi che non avresti mai pensato di possedere e pensi che tra
poco varcherai la soglia di casa e fra qualche ora ti infilerai nel letto per
riposare affinché domani ricominci la vita. E infatti la luce di mezza sera è
come la linea d’ombra di Conrad, è quel vago confine che varchi per dire: anche
oggi ce l’ho fatta. E ti senti un po’ morire e un po’ rinascere, e in questo
modo ti colleghi a tutti quelli che sono venuti prima di te e che verranno
dopo. E, visto che la luce di mezza sera non sempre si accende nel tuo cuore, speri di vederla ancora per i tanti anni che ti auguri d' avere davanti.
Aosta 23/3/2007
Stefano Viaggio
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