martedì 15 luglio 2014

La luce di mezza sera

Quando vorresti scrivere e non ci riesci è come una malattia. L’ha detto qualcuno oppure sta scritto in un libro perso in chissà quale trasloco. Comunque, è vero. Da molto tempo, forse anni, cerco di descrivere ciò che provo quando mi accorgo che il mondo intorno a me è illuminato da una luce che chiamo di mezza sera. In primavera, mentre la luce del giorno tarda a scomparire, la notte non avvolge ancora tutte le cose; la luce dei lampioni si fa più viva e combatte la sua battaglia con quella del sole che se ne va. D'inverno invece le insegne luminose prendono rapidamente la forma che darà corpo alla notte, ma c'è un momento in cui la luce non è forte abbastanza per occupare interamente lo spazio visivo che ci sta davanti. E’ come un breve duello tra la tenebra del naturale susseguirsi del tempo e l'incerto chiarore di un'altra luce che ci stupisce e ci conforta. Forse, se fossi vissuto all'epoca dei primi lampioni a gas e dei tram a cavallo, questa particolare sensazione primaverile e invernale l’avrei avvertita in modo diverso, non avendo a disposizione i mille segnali luminosi per orientarmi quando il sole è appena tramontato e gli occhi debbono abituarsi a percepire le cose in modo differente. E certamente non avrei provato questa emozione di sospensione, che definirei moderna, mentre le macchine scorrono sulla strada, si avviano quando scatta il verde del semaforo, la gente entra ed esce dai negozi, i fidanzati si prendono per mano e io osservo tutto questo attorno a me con un battito del cuore irripetibile. C’è solo per un momento e non sempre avviene. Ed è allora che ti  senti portar via verso altre spiagge bagnate da altri mari. Ti vengono in mente ricordi che non avresti mai pensato di possedere e pensi che tra poco varcherai la soglia di casa e fra qualche ora ti infilerai nel letto per riposare affinché domani ricominci la vita. E infatti la luce di mezza sera è come la linea d’ombra di Conrad, è quel vago confine che varchi per dire: anche oggi ce l’ho fatta. E ti senti un po’ morire e un po’ rinascere, e in questo modo ti colleghi a tutti quelli che sono venuti prima di te e che verranno dopo. E, visto che la luce di mezza sera non sempre si accende nel tuo cuore, speri di vederla ancora per i tanti anni che ti auguri d' avere davanti.
Aosta 23/3/2007  
Stefano Viaggio



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