Le
squadre speciali della polizia fronteggiavano gli anarchici per le strade della
città deserta e impaurita, più lontano un grande corteo di manifestanti si
snodava e a tratti veniva assalito dagli anarchici e dalla polizia. Allora la
folla sbandava e tanti giovani che non conoscevano la città si perdevano nei
vicoli stretti. Molti, senza alcuna esperienza di lotta, erano atterriti e
spesso cadevano nelle mani degli agenti che li picchiavano. Alcuni reagivano e
combattevano armati di pietre. Pochi avevano alle spalle la memoria della lotta
di strada, altri si difendevano e attaccavano con l’ingenuità di chi scopre per
la prima volta un gesto nuovo. I feriti erano molti, erano gente venuta con la
voglia di manifestare in pace contro la grande ingiustizia del tempo. Lui no,
lui aveva memoria e cinquant’anni. Era partito per la città convinto di dover
fare ancora qualcosa. Lei aveva vent’anni. Come in un vecchio film non si
dissero i loro nomi, inseguiti dagli agenti mascherati entrarono in un vecchio
palazzo e corsero su per le strette scale di quel luogo deserto. Trovarono una
porta stranamente aperta ed entrarono nell’appartamento vuoto, lei era
spaventata e sempre più bella, lui aveva vissuto altre battaglie. Pensava che
nella sua vita accadeva qualcosa e la noia era finita. Si abbracciarono e
scivolarono sul pavimento, liberarono i loro corpi dai panni umidi di sudore. E
durante il loro amore la battaglia si accese dura nei vicoli sottostanti. L’appartamento
che in un primo tempo era sembrato del tutto privo di mobili e oggetti, rivelò
invece brandelli di una vita famigliare in via di trasloco. C’era un televisore
e i due sconosciuti amanti sedettero sul pavimento a guardare la battaglia.
Riconobbero le strade che avevano percorso fuggendo, si abbracciarono e
restarono così a guardare anarchici e agenti, pacifisti e cronisti e il grande
corteo che continuava a sfilare e il fuoco e la distruzione inutile e le facce
di chi rimaneva asserragliato nel castello con il Capociurma che parlava e il
Capocontabile che balbettava. Per due volte ancora si amarono, poi sollevavano
gli occhi e guardavano gli avvenimenti
scorrere crudeli sotto il cielo. A un tratto riconobbero la strada e il
palazzo in cui erano entrati. Allora la ragazza andò alla finestra e si
affacciò a guardare, vide un gruppo di anarchici che urlavano e poi fuggivano
davanti a un’autoblindo. Si volse verso il suo sconosciuto compagno e lo vide
seduto con le gambe incrociate come un indiano: guardava così il televisore, teneva
entrambe le braccia strette contro il
petto. Nello monitor apparve un’immagine traballante, era la facciata del
palazzo e c’era anche lei, nuda a guardare dalla finestra. Aprì la bocca per
dire qualcosa, ma non disse nulla, era affascinata dalla figura che sedeva in
quel modo al centro della stanza. Poi venne la notte e i rumori della battaglia
s’allontanarono da quella parte della città. Allora si vestirono e scesero in
strada, camminavano guardinghi e silenziosi
tenendosi per mano. Una sirena urlò nella grande strada deserta e una
folla li travolse. Fu così che le loro
mani si sciolsero e mai più si
trovarono.
Aosta 24/7/2001
Stefano Viaggio
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