Mario uscì nel
corridoio del vagone passeggeri, unico di quel convoglio. Il treno ora si
avvicinava alla stazione di Lendinara e
procedeva sempre più lento. Guardò l’orologio, ci voleva un’ora per arrivare a Padova.
...maledetta
lentezza...ti snerva e fa passare la
voglia di leggere un libro...
Sentì contro il
fianco il cuoio duro della fondina, la pistola lo infastidiva. Il cielo sgombro
da nubi annunciava una bella giornata, fredda e senza nebbia. Un cielo azzurro
e bellissimo. Davanti a quel paesaggio
di campagna a Mario venne negli occhi la linea azzurra del mare e quel profumo
portato dal vento che gli ricordava le passeggiate serali di Catania.
…a Padova compro un
regalino a Gemma…
Sarebbe andato in
quel vicolo dove facevano la borsa nera. Sentiva, dalla testa del treno, la
canzone dei ragazzi della scorta, con i loro mitra germanici e le divise del
rinato Esercito italiano e repubblicano. Cantavano in veneto.
...che razza di
dialetto!...che strano popolo è questo…
Si appoggiò al
finestrino, osservò la campagna e i casolari lontani; come sembrava tutto
quieto e calmo attorno a quel treno che procedeva ormai quasi a passo d’uomo.
Pensò alla sua casa, al caldo nelle strade quando di pomeriggio andava
all’università, al grande vulcano sovrastante, e allo spettacolo bellissimo che
ti riempie gli occhi se cammini per Via
Etnea.
...Catania…
Quanto tempo era
passato, da quanti anni e mesi e giorni e minuti ormai era lontano dalla sua
casa, dai genitori, da sua sorella? Quasi non se lo ricordava più. La Grecia , l’Albania e poi...
…ufficiale, forse
domani capitano e a guerra finita…
Mario si chiese
cosa sarebbe avvenuto di lui a guerra finita. Non aveva mai pensato veramente
al suo avvenire. La scelta era stata semplice e obbligata. Il tradimento gli
aveva dato la nausea e lo zio Nino non s’era fatto vedere coi vestiti borghesi
alla stazione di Verona.
...zio Nino…chissà
a quale donna corre dietro mentre cadono le bombe…a zio Nino le donne fanno
dimenticare tutto…
Anche un nipote di
ventiquattro anni che avrebbe voluto tornarsene a casa! E allora? Restare a
combattere per onorare la parola data e non farsi dire in faccia che
…voi italiani siete
sempre gli stessi: non finite mai una guerra insieme a quelli con cui l’avete
cominciata...
L’aveva letta su un
libro di storia la frase di un francese pidocchioso.
…rimanere fedele
quando tutti scappano...
Prima, se lo
ricordava bene lui, tutti, ma proprio tutti, nelle piazze coi gagliardetti a
salutare Mussolini fondatore dell’impero. Sentiva dentro l’orgoglio di chi va
controcorrente. Un ufficiale dell’esercito sconfitto, questo sarebbe stato. Uno
che è rimasto con la schiena dritta e certe facce, certe parole, certi gesti,
emozioni, entusiasmi e passioni non se li dimenticherà mai. Gli americani però
stavano fermi solo un po' più giù, dietro le montagne e gli alleati germanici
non mollavano di un metro. Che combattenti! Davano filo da torcere a quei negri
e figli di gangsters.
…dobbiamo solo
imparare e non tutto è perduto, forse…E
se alla fine arrivano i russi? Ma sì, é meglio!...
Eppoi doveva finire
così! Altrimenti che senso aveva tutto quel putiferio? Per consegnare queste
belle città d’Italia ai trombettisti di New York? No, non poteva finire così.
Doveva finire peggio, con i comunisti che
trasformavano San Marco in un’officina. E gli italiani se lo meritano.
...se li
prendessero pure, i comunisti…
Lui avrebbe portato
Gemma laggiù, ai piedi del vulcano e insieme avrebbero respirato quel
bell’odore di mandorli che puoi trovare solo in Sicilia. E chi s’è visto, s’è
visto. Per il momento avrebbe fatto il maestro e cresciuto i figli. Ma ora portava i gradi di ufficiale
dell’Esercito della Repubblica Sociale Italiana, i genitori s'erano sacrificati
per farlo studiare e quando tornava a Catania
voleva laurearsi e fare il professore
…ufficiale…
Mario sorrise. Fa
sempre un certo effetto. Non era mica un ragazzotto delle Brigate nere che si
diverte a spaventare la gente sparando schioppettate contro i lampioni di
notte. Gli passò davanti la faccia degli impiccati che aveva visto vicino a
Rovigo.
…tre ragazzi e uno
più vecchio, quarant'anni, chissà...
I ragazzi li poteva
capire: le difficoltà, la disillusione, tutto che sembra andare per aria, ma il
più vecchio?
...dov'era quando
tutti cantavano giovinezza...giovinezza...Stava nascosto? Oppure in galera...
E chi erano quelli
che stavano in galera? Si, da ragazzo ne aveva sentito parlare. Gli sconfitti,
i dimenticati. I fuoriusciti. Lui, ufficiale dell’esercito era, e si sarebbe
arreso solo a soldati in divisa. Gli altri, quelli che sparavano a tradimento,
non erano soldati, non portavano divise, nessuna insegna. Come i greci e gli
jugoslavi e ora, gli italiani.
...che razza di
guerra è diventata questa? Fratelli contro fratelli! E bombe giù dal cielo...
Il treno andava
lento per le bombe di ieri, dell'altro ieri, della settimana scorsa. Il cielo
era di un bellissimo azzurro e Mario sentiva l’odore del mare che era certo di
rivedere ancora. E dal mare giunsero gli aerei inglesi per bombardare la
ferrovia e mitragliare il treno.
Stefano Viaggio
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