si alza il sipario
piazza di un villaggio con un lampione al centro un monumento coperto da un drappo
bianco
pomeriggio
entra un gruppo di persone vestite a lutto,
uomini e donne, c'è anche un bambino
il gruppo sosta nei pressi del monumento
coperto da un drappo bianco
lentamente le luci si abbassano e il lampione
si accende
due colpi di pistola esplodono in lontananza
dal gruppo
-Avete
sentito...
-Chi è
stato?
-Si
ricomincia!!!
Colpi di mortaio lontani, un rombo costante
una voce
lontana
-Ultime
notizie! Ultime notizie! Un attentato contro l'erede al trono d'Austria e
Ungheria, Francesco Ferdinando. E' morto. Anche la moglie è stata uccisa.
Ultime notizie!
Si odono delle voci, un tamburo e qualcuno
canta
una voce
-Cittadini, cittadini!
In quest'ora grave e meravigliosa noi offriamo il nostro saluto ai soldati
della sorella Francia che in queste ore difendono il diritto contro la forza.
Ci auguriamo che presto anche l'Italia sappia scendere in campo dalla parte
giusta! Il nostro pensiero va ai tanti compaesani, ai tanti emigrati di Parigi
che oggi si arruolano contro il germanico invasore del Belgio...
dal gruppo
-Ma questa
voce... non la riconoscete?
-E'...é
quella dell'avvocato...ma non è già morto?
una voce
-E ora tutti
al municipio, affinché la nostra voce giunga sino a Roma e chieda che l'Italia
presto scenda in campo contro il dominio del militarismo, della sciabola e
degli stivali chiodati...
un'altra
voce
-Viva Trento
e Trieste italiane!
dal gruppo
-Ma tutto
questo io l'ho già sentito...
-Cos'é? Uno
scherzo?
-E proprio
questa sera che viene scoperto il monumento ai nostri figli morti laggiù!!!
Una figura avvolta in un mantello nero e
incappucciata entra in scena. Si rivolge agli spettatori.
-Buona sera.
Signori.
dal gruppo
-Lei, chi é?
l'incappucciato
nero
-Io sono...la
prima donna.
dal gruppo
-Di cosa?
Non è mica uno scherzo, lo sa? Qui ci sono madri, padri, vedove. Insomma! Chi è
lei? Come si permette?!
l'incappucciato
nero indica il monumento
-Tredici milioni.
Tredici milioni...Di morti. E questo piccolo monumento li rappresenta
tutti...Tutti.
una voce
“Quell'estate del 1914 sarebbe
rimasta indimenticabile anche senza la tragica sorte che essa recò sulla terra
europea. Di rado infatti ne ho veduto una che fosse più rigogliosa, più
smagliante, direi più estiva. Il cielo rimase serico e azzurro per giorni e
giorni, morbida e non afosa l'aria, calde e profumate le praterie, i prati
oscuri e densi di giovane vegetazione: ancor oggi, quando pronuncio la parola
estate, debbo involontariamente pensare a quelle radiose giornate di luglio che
trascorsi nel '14 a
Baden presso Vienna.” [da Il Mondo di ieri di Stefan Zweig]
dal gruppo
-Sarà certamente qualcuno che sta nascosto chissà dove...Quelle
finestre...Veramente allora ci fu un gran putiferio. Pioggia e grandine, la
Dora invase i campi a Hone-Bard. Che brutta estate. Ma chi ha parlato?
una voce
"Carissimi genitori, oggi mi sono arruolato volontario. Sono
anch'io un soldato di Francia. Voglio ringraziare così la patria che ospita e
da lavoro a tanti valdostani. Dovevate vedere che entusiasmo! C'era tanta gente
che ci offriva da bere e un signore spiegava perché bisogna partire e andare
contro i tedeschi. Io non so raccontarlo bene tutto quello che ho visto, ma
ricordo il nome di quel signore. Si chiamava Canudo. Parlava con l'accento del
meridione, ma sembrava istruito...molto istruito. Era bello a vedersi, portava
un grande cappello e la barba. Dicono che i nipoti di Giuseppe Garibaldi stanno
organizzando una grande armata e che verranno tanti italiani a combattere
insieme ai cugini francesi..".
In lontananza ricomincia il rombo di cannoni, crepitio di una
mitragliatrice
una voce
-Leggete il giornale. Leggete il giornale! Ultime notizie dal
Belgio.
una voce
"Dans
l’Argonne, dans la mangeuse d’hommes, il y a, tout autour des combattants
terrés dans la boue, une âme plus vaste, immense, qui les enveloppe dans une
atmosphère de grand secret : l’âme de la Forêt. L’ennemi est là, en éveil
matin et soir, pour venir en avant, pour briser la mouvante et chaude barrière
des poitrines humaines, pour s’approcher d’un objectif indispensable à ses
vue : Verdun, comme d’une proie superbe qu’il ne saisira pas. Et les combats se suivent par dizaine d’attaques et de
contre-attaques véhémentes, de jour et de nuit, inlassablement." [da Jours gris et nuit
rouges di Ricciotto Canudo]
dal gruppo
-Questo
scherzo è insopportabile, chi è che parla lassù, dietro le finestre? Abbiate un
po' di rispetto per tutti quelli che ci hanno lasciato la pelle. Non siamo a
carnevale!
una voce
"Dans la guerre
moderne, tout est infiniment plus subtil et mystérieux. C’est une sorte
d’immatérialisation de la guerre, dont seules, paraissent réelles : la
blessure et la mort…Tout le reste : les batteries invisibles, leur
invisible crachat de mort, l’invisible ennemi dans ses tranchées, tout cela est
une véritable immatérialisation de la guerre…"[da Jours gris
et nuit rouges di Ricciotto Canudo]
dal gruppo, rivolgendosi all'incappucciato
nero
-Dica un po', ma che cos'é questa messa in scena? Lei c'entra
qualcosa? Perché se è così, corro a chiamare un gendarme e vedrete cosa vi
capita. Razza di...
l'incappucciato nero
-Silenzio.
una voce
“Ma quale pazzia contagiosa ha
preso il mondo intero?...Intanto la guerra, la grande guerra infuria. Come era
facile prevedere tutti vincono! Lo stato
maggiore tedesco giura che dall’inizio dei fatti d’arme al 10 corrente
l’esercito tedesco non ebbe che 42 morti! Burloni! Mentre l’Imperatore
Guglielmo è già sul campo di battaglia per fare da Padreterno e mettere lui le cose a posto, gli eserciti
franco-anglo-belga da una parte e austro-tedesco dall’altra si apparecchiano,
sembra, ad una grande battaglia che pare già iniziata e che avrà per teatro il Belgio e l’Alsazia.
Comunque è positivo che sin qui la meravigliosa resistenza ha sconcertato il
piano tedesco. Nei villaggi attorno a Liegi si combatte corpo a corpo versando sui tedeschi persino acqua bollente!
I tedeschi protestano e chiamano ciò barbarie, ma i belgi difendono i loro
focolari contro la loro brutale invasione.”[da La Domenica del Corriere,
pag.8, N° 34, 23-30 agosto 1914]
l'incappucciato nero si rivolge
al gruppo
-Mi perdoneranno lor signori...ho scelto a caso questa sera,
dodici aprile 1921, per organizzare un prodigio. E ho scelto a caso voi che
abitate tra queste belle montagne, per comparire, come di solito faccio un po' di
tanto in tanto, e chiedervi di ricordare, prima che il drappo scenda a scoprire
il piccolo monumento del vostro paese.
dal gruppo
-Insomma, mica tanto piccolo. E' costato un bel po' di
soldi...almeno per le nostre tasche.
-Ma si può sapere chi é lei?
l'incappucciato nero non
risponde
dal gruppo, una donna si
avvicina all'incappucciato, gli gira attorno, si rivolge agli altri indicando
-Ma non capite? E' lei! La morte...
l'incappucciato nero fa un
segno di assenso
dal gruppo si alza un grido di
spavento
una voce
“M. Emile Dalbard, qui avait opté pour la France,
était sergent-major, et il accomplissait même des fonctions au-dessus de son
grade. Il est mort le 14 novembre, tué par une balle sur le champ de
bataille…Il laisse une femme veuve, Mme marie, née Héréraz, de Bard, et un
jeune enfant...”[ Da L’Echò de valdotains n° 30-1 febbraio 1915]
dal gruppo
-...Un Dalbard
che era partito per Parigi...ci lasciò le penne...l'avevo sentito dire tanti
anni fa...Quando è cominciata la guerra. E' passato tanto tempo...
una voce
"...Au premier combat, j’ai vu tomber Bruno Garibaldi,
homme plein de courage et de cœur. J’ai une veine phénoménale d’être parmi les
vivants, on était dans un bois ou ne pouvait guère voir les prussiens, un vrai
guêpier. Que des camarades j’ai vu tomber autour de moi! Pauvre jeunesse! Au
deuxième combat, on me dit que Zéphyr était mort…Eh bien je veux le venger, me
dis-je! Et ta triste image passait et repassait devant me
yeux. Oui je le veux venger, je combattrai avec plus d’ardeur encore, et les
boches auront me souvenir de moi. Imagine-toi quelle joie on se revit! C’est de
ces moments qu’on ne peut décrire, et restent pour toujours graves dans notre
mémoire…"[
Da L’Echò de valdotains. Lettera di Zephyrin
Brunet del 5-2-1915]
Si odono
voci, canti, qulcuno grida
-Guerra!
Guerra! Viva l'Italia! Viva il Re! Viva D'Annunzio! Trento e Trieste italiane!
dal gruppo
-D'Annunzio...Il
poeta ora sta a Fiume che è terra italiana, insieme a tanti giovani, arditi e
valorosi...Il Duce dell'Italia redenta...Che uomo!
-Uhhh, chi sarà
mai...che parole!
-L'ho letto sui
giornali...
una voce
“…Italiens,
nous ne pouvons rester étrangers à l’avènement de cette grande chose. A nous,
le destin de l’historie apporte la possibilité de frapper d’un coup mortel le
géant qui voulait, de son poing d’acier, anéantir les peuples libres et
civilisés de l’Europe. Que ce coup soit porté avec une âme forte et un bras
vigoureux…”
dal gruppo
-Ecco, sentite,
è come quando hanno cominciato a partire i nostri figli...
Rombo di
cannoni, mitragliatrici in lontananza
una voce
"Campagnards valdotains, la guerre vous
fait peur, vous tremblez sur la sorte de vos fils…on ne peut faire taire la
voix du sang. Mais souvenez vous, qu’au jour de la victoire finale, votre calme
à cette heure de transes douloureuses, votre résignation au moment où le
télégraphe vous apportera peut-être de tristes nouvelles, seront aussi
méritoires que les plus beaux actes
d’héroïsme accomplis sur le champs de bataille. Soyez donc fiers de contribuer
à l’issue de cette guerre libératrice; soyez fiers de vos soldats."[da Le messager Valdotain 1916]
dal gruppo
-Si...si...héroisme...méritoires...fiers...Balle!
Tutte balle. E io ci ho rimesso un figlio!
-E io il marito
-E chi me lo darà il fidanzato, la patria?
Oppure il re?
Cannoni, rumore di
aerei, bombe che esplodono, sibili
una voce
“…scariche
d’acquazzoni rendevano le trincee piene d’acqua, tuoni e fulmini, uniti al
bombardamento che precedeva l’avanzata formavano un rombo continuo e
assordante…il cappellano ci passava davanti dandoci l’assoluzione…” [Dal diario di Samuele Dalle, di Donnas, classe 1883]
urla di
feriti mitragliatrici
la stessa voce
"pareva un inferno...era tutto fumo,
tutto fuoco. Le trincee loro si rovesciavano, resti umani frammischi a ogni
sorta di materiale salivano in aria a più di cinquanta metri per ricadere a
distanza, persino sulla nostra trincea..." [Dal diario di
Samuele Dalle, di Donnas, classe 1883]
dal gruppo
-Povera gioventù...
l'incappucciato nero fa un passo verso il gruppo
-Dovevo correre da un capo all'altro del
mondo. Dall' Europa all'Oriente, persino in Africa. Ho saputo che vicino al
circolo polare due esploratori si sono incontrati e uno ha chiesto
all'altro-hai notizie da laggiù?-e quello ha risposto-il mondo è impazzito.
dal gruppo
-Al mio villaggio c'era una famiglia di
quattro figli, sono morti in tre. Il padre s'é ammalato e la madre ha perso la
testa, il quarto figlio è un ragazzetto e vuole andarsene in America...
-Perchè in America? Ora c'è lavoro anche da
noi, in veulla (in patois valdostana con questo nome si indica Aosta) hanno aperto la fabbrica e proprio qui vicino ci sono quelle
macchine che trasformano l'acqua in luce, per arrivarci basta scendere e
seguire i tubi in mezzo ai boschi. Tutto è cominciato con la guerra. Benedetta
guerra!
-Ma cosa dici? Maledetta la guerra! A me hanno
tolto la terra per farci i tubi...come dici tu. Una miseria, ecco quello che mi
hanno dato. Era terra buona...un po' faticosa per via della pendenza, ma era
buona. Ci aveva lavorato mio padre e prima mio nonno. Eppoi, cosa credi? La
fabbrica ora la chiduono. Non ci sono più cannoni da costruire e gente da far
saltare in aria...E' la crisi, tutti a spasso...
-Io dicevo così, è un modo di dire. Però le
fabbriche sono un'altra cosa dai vecchi tempi della zappa.
-Meglio la zappa e il timor di Dio!
-Si, si. E' cambiato tutto, meglio andarsene
in America, o in Australia, oppure al Polo Sud. Fa bene il ragazzo a lasciare
questi villaggi che cadranno a pezzi, pietra su pietra.
rombo di cannone
voce
"il est
de notre devoir de citoyens Valdotains de graver, dans les annales de notre
pays la plus grande et terrible page d’histoire que nous ayons vécue et que nos
vaillants soldats ont dejà scellée de leur sang sur le montagnes escarpées du
Trentin, les bords disputé de l’Isonzo, et les abruptes flancs du Mont
Noir." [da Le messager
Valdotain 1916]
dal gruppo
-Per me non è cambiato niente, povero ero e
povero sono. Anzi! Ci avevano fatto tante promesse e invece? I prezzi del fieno
aumentati. Tutto, tutto è più caro. Non si può vivere. A che è servito tanto
sengue? I pescicani. Quelli si sono riempite le tasche con il sangue dei nostri
figli! E i furbi che si sono imboscati laggù, nelle fabbriche e ora sventolano
le bandiere rosse. Ma dovrà venire pur qualcuno a fare ordine in questo mondo,
a punire i cattivi e salvare i santi.
-Io non ci capisco più niente. Ma che stiamo
a fare qui? Andiamocene a casa. Sono stufa di sentire cose che non vorrei più
sentire. E questa specie di diavolo che ci è venuto a importunare proprio oggi
che si doveva scoprire il monumento...
Rombo di cannone
dal gruppo
-Ricominciamo
una voce
“Alle sei del mattino, la pesante nebbia fiamminga si schiarisce
svelando lo spettacolo sinistro che ci circonda. Subito dopo, scrutando il terreno sconvolto, lanciando
segnali di sirena, appare uno sciame di aerei nemici. Nel frattempo i fanti
smarriti cercano rifugio nei crateri. Mezz’ora più tardi comincia il
martellamento che ruggisce attorno alla nostra isola di naufraghi come un mare
sconvolto da un tifone. Le esplosioni, simili ad una foresta, prendono
l’aspetto di una parete tempestosa. Stretti l’uno contro l’altro, accovacciati
attendiamo ad ogni istante il colpo che ci distruggerà, ci spazzerà via insieme
alle nostre difese di cemento, e ridurrà il nostro rifugio simile al deserto
crivellato di crateri.”[da Nelle tempeste d’acciaio di
Ernest Jünger, pagg.212-213, Ed. Guanda, Parma 1995]
dal gruppo
-Poveri figli. Ma dalla terra avvelenata cosa nascerà, che
mangeranno i bambini di tanta povera gente? Un mio parente che sta in Francia
m'ha scritto che ha dovuto lasciare tutto e andarsene verso il sud, non so
dove. Nei campi non è rimasto niente in piedi e i boschi sono distrutti e la
puzza dei corpi ancora avvelena l'aria.
-Anche i nostri son che
son rimasti lassù, in Trentino, chissà se li hanno sepolti, chissà se
c'è una croce a ricordarli?
l'incappucciato nero
-Croci? A un certo punto non sono andata troppo per il sottile,
croci o non croci: tutti nella stessa fossa. Nessuno sapeva riconoscerli e
allora ho fatto io. Però adesso sono stanca, stanca morta. Non vi fa ridere?
dal gruppo
-No signora mia, o come diavolo vi chiamate. Non c'è niente da
ridere!
Rombo di cannoni più forte dei precedenti
una voce
"Grande
bombardamento a bombarde sui … monti. Non si potrà mai immaginare il rumore, si
è quasi sordi, però sino ad ora i nemici non mandano granate. Fa freddo intenso
siamo invernati. Dopo pranzo continua il terribile bombardamento mentre i
nemici colpiscono da vicino la sabbiotella..."[dal diario di guerra di Edoardo Ostinelli]
Squilli di
tromba, la musica accenna la canzone del Piave
una voce femminile
“…Se io, sopra questa misera carta potessi rappresentare lo
spavento con la pena; accoppiati, che sento nel fondo dell’animo mio, sarebbero
cose da non potersi descrivere…”[da una lettera di Margherita Del Nero, donna di Veroli, 1917]
Sulla scena entra un altro personaggio, ha in mano una macchina
fotografica a soffietto pronta a entrare
in funzione
il fotografo
-Buon giorno...emh, buona sera a lor signori.
dal gruppo
-E lei cosa vuole, con quell'affare in mano?
il fotografo
-Giacinto Giacinti, fotografo e cineoperatore per servivi.
Servizi di ogni tipo: gruppi, matrimoni, nozze, cresime e battesimi...
dal gruppo
-Ma lo sa che questa è una cosa seria?
il fotografo
-Serissima. Sono stato al fronte anch'io, cosa crede e laggiù ho
svolto il mio dovere come reporter di immagini di guerra...
dal gruppo
-E adesso, cosa vuole da noi?
il fotografo
-Il sindaco mi ha chiamato per immortalare quest'avvenimento
così sacro per la patria. Però dovrei chiedere a tutti un favore.
dal gruppo
-Quale? L'avvertiamo, qui stanno accadendo cose strane, anzi
stranissime.
Il fotografo si guarda intorno e si scosta un poco
dall'incappucciato nero
-Purtroppo hanno deciso di fare l'inaugurazione nel pomeriggio e
ora la sera sta calando, la luce ben presto sarà scarsa. Per questo chiedo a
lor signori di tornare domani mattina per la fotografia ufficiale.
Proteste
dal gruppo
-Impossibile, dobbiamo lavorare, non abbiamo tempo da perdere
come i...i fotografi, noi. Eppoi sarebbe un falso! Ma si rende conto? Un falso!
il fotografo
-Ma caro signore non lo sa che la fotografia è tutta una finzione.
Ciò che è falso diventa vero se passa attraverso questa lente. Si chiama
obbiettivo.
dal gruppo
-Senta: dica quello che vuole ma noi da qui prima ce ne andiamo
e meglio è. Stanno accadendo cose strane. Lo vede quello. E'...é...Eppoi torno
a insistere, noi non ci prestiamo ad alcun artificio, siamo povera gente che ha
patito e ci tocca assistere....
il fotografo
-Per quel che riguarda gli artifici non si preoccupi. Lo sa
quanti artifici ho fatto quando stavo al fronte?
dal gruppo
-Come artifici? Le fotografie che pubblicavate non erano vere?
il fotografo
-Solo in parte.
dal gruppo
-Sarebbe a dire?
il fotografo
-Sarebbe a dire che quando non si poteva fotografare il corpo di
qualcuno nella giusta posizione, lo prendevamo e il poveretto era piazzato dentro una trincea, ma a cose fatte,
mica durante un combattimento. Oppure pagavamo un gruppo di fanti per saltare
dai sacchi di terra e correre verso il nemico. L'effetto era buono, ovviamente
ci vuole un po' di professionalità per queste cose. Io non mi vanto, però...
dal gruppo
-Ma allora cosa ci avete raccontato?
il fotografo
-Abbiamo addolcito la pillola. E voi? Non volevate che tutto
andasse bene, che i nostri fossero sempre vincitori? Cosa dovevamo fare?
Rattristarvi con le fotografie delle nostre trincee piene di morti, i campi
coperti di cadaveri, la gente asfissiata e bruciata dai lanciafiamme?
Fotografavamo gli altri oppure facevamo un po' di cinema. Anch'io ho fatto il
morto.
dal gruppo
-Ma è una cosa ignobile!
il fotografo
-Lo so, ma i signori ufficiali ci chiedevano di farlo e noi lo
facevamo. Dicevano che dovevamo sostenere il morale dell'opinione pubblica
(scandisce bene le ultime parole).
l'incappucciato nero
-E così niente rischi per voi.
il fotografo
-Lei chi è, cosa fa qui con cappuccio e mantello? Questa gente è
già triste per conto suo. Ci si mette anche lei per trasformare tutto in
mortorio e guastare la festa.
l'incappucciato nero
-Già...mortorio...E' proprio quello che...Ma lei cosa vorrebbe
che fosse, la festa del patrono?
il fotografo
-No...Ecco le parole giuste: una grande cerimonia di orgoglio
nazionale per la vittoria contro il secolare nemico.
l'incappucciato nero
-Ma non mi faccia ridere! Non vede questi poveracci, una ha
perso il marito, l'altro il fratello, l'altro il padre e quel ragazzino è
rimasto orfano di padre e madre a causa della grippe.
il fotografo
-Ma lei chi é?
l'incappucciato nero
-Io sono...
Un grande boato
il fotografo
-Madonna mia, è come la mina del Castelletto....
l'incappucciato nero
-Paura?
il fotografo
-Io c'ero e posso assicurarvi che lo spettacolo è impossibile da
dimenticare. Fu come se la montagna si spaccasse in due. Vi dico che i nostri
fecero saltare un'intera montagna...
dal gruppo
-Possibile? E in quanti ci rimasero sotto?
il fotografo
-E chi lo sa, forse anche i nostri vennero travolti...
dal gruppo
-Come i nostri? Allora...
il fotografo
-Ne ho viste tante io. Dovete sapere che quando i vostri figli,
mariti, padri dovevano saltar su dalle trincee, la paura era tanta e qualche
volta mancava il coraggio di andare avanti...Allora c'erano quelli con le
mitragliatrici che avevano l'ordine di sparare, un po' per scherzo e un po' sul
serio. Per spingerli avanti, insomma...
dal gruppo
-Sparare sui nostri...
l'incappucciato nero
-Queste cose non si dovrebbero raccontare.
il fotografo
-E perché? Non siamo liberi di dire ciò che si vuole? Io ho
sempre votato socialista! Socialista, ma interventista...distinguiamo.
l'incappucciato nero
-Socialista? Interventista? Poco importa...Tra un po' vedrà.
Colpi di cannone, mitragliatrici
una voce
"Giornata
calma solo la notte grande bombardamento ma fortunatamente lontano ... Miei
compagni partono pel Grappola, Spillo ecc. Poveretti come sono accasciati."[dal Diario
di guerra di Edoardo Ostinelli]
il fotografo
-Ma chi ha
parlato?
l'incappucciato nero
-Nemmeno lei
che ha visto tante cose, ha capito?
dal gruppo
-Si, nessuno
ci capisce più niente. Chi è che parla ogni tanto?
Un colpo di
campanaccio, più simile a una pentola sbattuta, rumori di cannoni in lontananza
una voce
“gas!Gas!Svelti
ragazzi, e tutti a brancolare come pazzi/appena in tempo per metterci gli elmi
difformi/ma c’era ancora quello che urlava e inciampava/e sia torceva come un
uomo nel fuoco o nella calce./Indistinto attraverso gli occhiali annebbiati e
la spessa luce verde,/come in un verde mare lo vedevo annegare./In tutti i miei
sogni davanti ai miei occhi inermi/egli si protende verso di me, grondante,
soffocando, annegando./potessi anche tu in sogni affannosi camminare/dietro il
carro su cui lo gettammo,/e vedere gli occhi bianchi stravolti della sua
faccia,/la sua faccia disfatta come quella di un demone sazio di
peccato,/potessi ad ogni sobbalzo udire il sangue/uscire gorgogliando dai
polmoni schiumosi,/maciullati come il marciume/d’orrende piaghe incurabili su
lingue innocenti,/amico mio, non ripeteresti con tanto nobile ardore/ai giovani
assetati d’una qualche gloria disperata,/l’antica menzogna: dulce et decorum
est pro patria mori.”[dalla poesia di Wilfred Owen
Dulce et decorum est]
un'altra voce
-Voi che
siete vivi, diteci: perché siamo morti? Chi ha schiacciato per primo il
grilletto?
l'incappucciato nero
-Domanda
legittima. Ma é ancora presto per sapere la verità.
dal gruppo
-No! Io la
verità la voglio sapere e subito. Lo sa che i russi, i bolscevichi hanno
pubblicato tutti i patti segreti, tutto quello che si dicevano all'orecchio
prima di mandare i poveri diavoli a farsi ammazzare?
-E mentre i
nostri soldati morivano come le mosche, loro, quelli col frac e cilindro in
testa si mettevano d'accordo. Dicevano: facciamo continuare ancora un po' la
macelleria. Non abbiamo guadagnato abbastanza!
l'incappucciato nero
-Sono cose
sempre accadute. Cosa ne vuol sapere lei che vive rintanato tra queste montagne.
Non si preoccupi, accadrà di nuovo.
il fotografo
-Mi volete
spiegare cosa sta succedendo, chi è che parla e fa domande?
Rumore di
artiglieria in lontananza
una voce
“Il 20 agosto gli Italiani hanno ripreso l’offensiva sull’Isonzo,
da Plava sino al mare. Per riuscire a superare il fiume, con un lavoro
gigantesco, avevano deviato una parte delle acque. La battaglia è iniziata su
tutto il fronte di 60
chilometri , tutte le armi lavoravano in collegamento.
Più di 200 aeroplani operavano sopra le linee nemiche: a sud una squadra navale
bombardava la costa dell’Adriatico. La prima linea austriaca è stata
conquistata nelle prime ore: i nostri alleati avanzano sul Carso sino in
prossimità di Hermada che comanda la strada di Trieste. Gli italiani hanno
fatto più di 13.500 prigionieri e hanno preso circa 30 cannoni. Il Generale
Cadorna ha dichiarato che la situazione promette grandi speranze.”[dalla rivista francese Le pays de France, 1917]
Voci in
lontananza, qualcuno parla
-In
quest'ora dolorosa per la patria: l'ora del tradimento e della vigliaccheria,
tutti dobbiamo stringerci attorno alla bandiera e all'esercito per resistere,
per salvare le nostre donne e i nostri figli dall'austriaco, dall'ungherese,
dallo slavo. La guerra liberatrice non è perduta. Il nemico non deve passare.
Sono necessari ordine e disciplina. Lo spirito di disfatta seminato dai soliti
sovversivi e da chi voleva un'Italia debole e rinunciataria, non deve
prevalere!-
il fotografo
-C'ero anche
a Caporetto...Scappavano tutti, spezzavano i fucili, portavano via le damigiane
di vino...erano stanchi di morire per niente...offensive....offensive...Ma
continuo a chiedere: chi ha parlato? Chi racconta le cose che ho visto...e ho
fotografato. Con una macchina come questa, puntata come un fucile, qui, davanti
al mio petto...
L'incappucciato
nero con il capo indica
dal gruppo
-Il
monumento. Chi c'è dietro al drappo bianco?
Una scarica
di fucileria
“…con il cuore
in sussulto una lettera d’addio e raccomandazioni alla famiglia dandola poi al
piantone della fureria con consegna di impostarla solo se mi sapeva morto…”[Dal diario di Samuele Dalle, di Donnas, classe 1883]
Il drappo
bianco che copre il monumento cade improvvisamente. Sopra al piedistallo ci
sono due figure vestite di bianco, una sostiene l'altra, colpi di cannone,
mitragliatrici
una voce
LA GUERRA CONTRO L'AUSTRIAUNGHERIA CHE
SOTTO L'ALTA GUIDA DI
S.M. IL RE DUCE SUPREMO L'ESERCITO ITALIANO, INFERIORE PER NUMERO
E PER MEZZI, INIZIÒ IL 24 MAGGIO 1915 E CON FEDE INCROLLABILE E TENACE
VALORE CONDUSSE ININTERROTTA ED ASPRISSIMA PER 41 MESI E' VINTA[dal comunicato della vittoria di Armando Diaz]
S.M. IL RE DUCE SUPREMO L'ESERCITO ITALIANO, INFERIORE PER NUMERO
E PER MEZZI, INIZIÒ IL 24 MAGGIO 1915 E CON FEDE INCROLLABILE E TENACE
VALORE CONDUSSE ININTERROTTA ED ASPRISSIMA PER 41 MESI E' VINTA[dal comunicato della vittoria di Armando Diaz]
Clamore di folla, squilli tromba, la marcia reale
la figura
bianca in piedi sul monumento
-Le guerre non si vincono mai, si perdono sempre. Io sostengo il mio
compagno, lui avrebbe sostenuto me. Questo era il patto. Così hanno fatto
l'italiano, l'austriaco, il tedesco, il francese, l'australiano, l'inglese, il
neozelandese, il russo, il polacco, il portoghese, il belga, l'indiano, il
canadese, l'americano, l'africano, il bulgaro, il rumeno, il polacco. Ci siamo
stretti la mano nell'ultimo respiro. E' un patto tra i morti e per i vivi. E
ora lasciateci solitari in questa piazza. Andate via!
dal gruppo
-Ha ragione. Lei, signora morte, dice che io sono un montanaro vissuto
sempre tra le rocce e le capre. Ma io ci ho pensato, tanto da farmi dolere la
testa. E' vero...Ora ho capito:un patto tra i morti...per noi che siamo rimasti
vivi... Stavo da solo in montagna e mi dicevo: non deve accadere più! Le fanfare, i discorsi non
servono a niente e pure la medaglia che mi daranno per mio figlio...E adesso che
facciamo, che dite: ce ne andiamo?
dal gruppo
cenni di approvazione
l'incappucciato
nero
-Tornatevene a casa, ha ragione il soldato senza nome e volto. Se ne
torni a casa anche lei, signor fotografo. Oggi o domani, niente discorsi e
fotografie ricordo. Hanno parlato loro, per tutti. Buona notte signori.
dal gruppo
-Vuol lasciarci così? Ci sono ancora tante cose da dire, da sapere, da
ragionare insieme...
l'incappucciato
nero
-Sono attesa altrove. In Africa, ad esempio, in Cina, alle frontiere
della Russia, e poi in Spagna e ancora qui, in Europa...e anche tra queste
montagne. Più tardi...più tardi...
L'incappucciato nero si volta esce di scena, rumore di passi
affrettati, entra il sindaco
il sindaco
-Memo male che vi trovo ancora qui. Un contrattempo! Un maledetto contrattempo!
La macchina del prefetto ha avuto un guasto e così...
dal gruppo
-Non si preoccupi, signor sindaco.
il sindaco
-Domani, domani saremo qui tutti per ricordare e nessuno mancherà
all'appuntamento, ve lo garantisco. ( si rivolge al fotografo) Anche lei, mi
raccomando. E come mai il drappo è caduto? Mando chi so io per rimediare, la
statua ci è costata un po' e non vorrei che durante la notte qualcuno facesse
chissà che scherzo. Oggigiorno non c'è più rispetto per niente e nessuno.
il fotografo
-Domani ho un altro impegno, signor sindaco. Eppoi ho già visto e sentito
abbastanza.
il sindaco
-Perché? Cosa ha visto e sentito?
il fotografo
-Niente...lo chieda a loro.
il sindaco
-Allora, cos'è questa novità. Cosa avete sentito?
dal gruppo
-Niente, signor sindaco. Visto che non arrivava nessuno ci siamo detti
qualcosa fra noi, così, alla buona, come s'usa tra i poveracci. Non c'è bisogno
di tante parole. Domani dobbiamo lavorare. Può darsi che qualcun altro venga,
non siamo mica solo noi che abbiamo un nome scritto sulla lapide. Verranno,
verranno...altri. Non si preoccupi.
tutti escono di scena le luci lentamente si abbassano
cala il sipario
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